Legge di stabilità 2015
Progettare l’edificio in base all’energia
Al fine di conseguire l’efficienza energetica dell’edificio, spesso, la progettazione della sua forma e del suo orientamento passano in secondo piano. Più facilmente, si richiede il raggiungimento di tale obiettivo agli impianti, ignorando il contributo che una corretta concezione dell’edificio può offrire per la riduzione dei consumi ed il miglioramento del comfort ambientale.
Una progettazione energeticamente efficiente si basa sul controllo di alcuni parametri:
- Un edificio energeticamente efficiente deve registrare un fattore di forma basso. Non a caso gli edifici passivi sono compatti, privi di rientranze nelle volumetrie e con vani scala (ambienti non riscaldati) esterni al volume riscaldato. Il fattore di forma non deve tuttavia essere valutato in assoluto, ma va associato alle condizioni geografiche locali. La compattezza è un requisito favorevole in caso di climi estremi: se freddi, riduce le dispersioni dall’interno
verso l’esterno, se caldo-aridi limita l’irraggiamento dall’esterno verso l’interno. In Italia la forma compatta è indicata nelle regioni settentrionali dagli inverni rigidi. - La localizzazione dell’edificio svolge un ruolo fondamentale nell’agevolare lo sfruttamento dell’irraggiamento solare e nel massimizzare i
contributi “passivi”, specie nella stagione fredda. Alle latitudini italiane ciò avviene se si espone il lato maggiore dell’edificio verso sud (nella stagione
invernale il sole sorge a sud-est e tramonta a sudovest) ossia si dispone l’asse longitudinale principale lungo la direttrice est-ovest.In questo modo il lato sud riceve la massima radiazione invernale anche in presenza di aggetti orizzontali (il sole infatti è più inclinato). D’estate, invece, le parti più colpite sono la copertura e le superfici ad est ed ovest dove è opportuno limitare gli elementi vetrati per evitare problemi di surriscaldamento. - Scambi attraverso la copertura: “i cool roofs”. Nelle grandi città la temperatura, sia in estate che in inverno, è più alta rispetto alle zone rurali vicine. Per una città di medie dimensioni si calcola che tra centro e zone rurali, ci siano tra gli 0,5°C e i 3°C di differenza, con rilevanti variazioni del microclima. Il fenomeno, noto con il nome di “ISOLA DI CALORE URBANA” (Urban Heat Island), è dovuto soprattutto al maggior assorbimento di energia solare da parte delle superfici asfaltate e del cemento degli edifici. In estate,
nelle ore più assolate, le strade e i tetti delle case possono superare temperature di 60-90°C.
I due approcci per l’isolamento
“Il progetto è nel cuore, nella testa, nelle mani. Permane in tutti il bisogno di riferimenti, reso consapevole solo al momento della privazione, di mettere radici, di appartenza. Giungiamo ad un nuovo umanesimo di un’architettura conciliata con l’uomo e con l’ambiente.” Ugo Sasso - fondatore "INBAR" Istituto Nazionale di Bioarchiotettura®
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